Il malinconico e il sanguigno
Enrico Onofri violino
Riccardo Doni clavicembalo
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A. Virgiliano
Ricercata da Il Dolcimelo
G.B. Fontana
Sonata Seconda
G.A. Pandolfi Mealli
Sonata “La Cesta”
E. Jacquet de la Guerre
Sonata Prima
F.A. Bonporti
Invenzione Quarta op. X
A. Corelli/T. Billington
Concerto Grosso op. VI n. 3
A. Corelli
Sonata op. V n. 12 “Follia”
In antico si credeva che la personalità dell’Uomo fosse regolata da quattro umori che si mescolavano all’interno del corpo, rendendo le persone malinconiche, colleriche, flemmatiche o sanguigne a seconda dell’equilibrio dei vari flussi umorali. L’idea che la musica possa curare le affezioni dell’animo umano diede origine alla cosiddetta “teoria degli affetti”, una prassi compositiva che possiamo dire essere la chiave di volta della creazione musicale in età barocca. In particolare, si pensava che l’antitesi tra caratteri musicali differenti e contrastanti in un brano potesse smuovere le passioni dell’ascoltatore portandole al riequilibrio.
Questo viaggio musicale che parte dai primi anni del Seicento fino al tardo Barocco esplora dunque brani in cui prevalgono e contrastano due particolari umori – quello malinconico e quello sanguigno – attraverso il loro alternarsi. Il programma ha naturalmente un particolare riguardo nei confronti della malinconia, intesa non come semplice tristezza, bensì come un pervasivo stato di sognante impotenza ed inadeguatezza prossima alla depressione, che si alterna a volte a brevi stati di gioia ed esaltazione, ma in grado di portare ad una profonda introspezione, e proprio per questo riconosciuta da sempre quale caratteristica principale dell’artista, che può così cogliere aspetti della realtà a volte preclusi agli audaci ed ai collerici.